The 2010 HCNE Winter Conference: Headache in Depth 

Stowe (USA), 26-27 Febbraio 2010

A cura di Gennaro Bussone

Il Meeting dell’Headache Cooperative of New England che si è svolto a fine febbraio (26-27) a Stowe ha visto la partecipazione dei più importanti studiosi statunitensi di cefalea che hanno discusso, dando molto spazio anche all’interattività con i partecipanti, i più importanti temi di ricerca e clinica delle cefalee.

L’epidemiologia delle cefalee primarie è stata affrontata da Richard Lipton e la classificazione e diagnosi delle cefalee primarie da Morris Levin.

Entrambe le relazioni sono state delle reviews che hanno posto l’accento sulle problematiche più attuali in discussione, in particolare sull’inquadramento delle cefalee croniche e sul problema della patofisiologia della cronicizzazione.

Jes Olesen, che ha ricevuto il Life Time Achievement Award, ha tenuto una lettura sulla patofisiologia delle cefalee primarie passando in rassegna le varie teorie e naturalmente focalizzandosi sugli studi del gruppo da lui diretto.

Il trattamento delle cefalee primarie sia dell’attacco che di profilassi è stato oggetto delle letture di Alan Rapopor e Allan Purdy.

Nel campo delle cefalee secondarie ampio spazio è stato dedicato alla cefalea da Arterite di Horton, alla cefalea da trombosi venosa cerebrale e alla cefalea da ipertensione arteriosa: accanto alle letture su questi temi, sono stati presentati casi clinici specifici, discussi con l’uditorio.

Inoltre interessante la sessione dedicata ai Triggers delle cefalee primarie (Paul Rizzoli) che ha evidenziato il ruolo dei fattori dietetici (Herbert Markley) nello scatenamento dell’attacco emicranico.

La partecipazione italiana è stata particolarmente apprezzata: Giovanni D’Andrea ha presentato una lettura sulla prevalenza dell’emicrania nei disordini alimentari e le correlazioni patofisiologiche, Gennaro Bussone ha presentato una lettura sui dati di neuroimaging di una ricerca originale su RM funzionale nei pazienti con Emicrania Cronica con overuse di farmaci prima della disintossicazione e dopo un follow- up a 6 mesi.

Entrambe le letture hanno dimostrato l’elevato livello raggiunto in Italia dalla ricerca clinica.

Siamo in grado di indicare originali vie di indagine per ulteriormente capire la patofisiologia delle cefalee primarie nell’ottica di una ricaduta clinica che possa portare nuove terapie mirate.