Vertigine e Patologia Neurologica: Identità Alterità 


Milano, 24-25 marzo 2011 

A cura di Domenico D’Amico

Il 24 – 25 marzo 2011 si è svolto a Milano il congresso “Vertigine e Patologia Neurologica: Identità Alterità”, organizzato dall’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele, Responsabili Scientifici il Dr. Roberto Teggi e il Dr. Bruno Colombo. La prima giornata è stata dedicata a problematiche inerenti la Vertigine su base vascolare, la Vertigine ricorrente in patologie autoimmunitarie e nella Sclerosi Multipla, mentre la seconda giornata è stata dedicata alle problematiche inerenti Vertigine ed Emicrania.
Infatti, dati epidemiologici indicano una possibile associazione tra Vertigine ed Emicrania.  Quando nella pratica clinica un paziente presenta sia sintomi vertiginosi che emicranici è necessario avviare un iter diagnostico complesso per verificare la presenza di una sindrome vertiginosa tipica ( es. sindrome di Meniere, Vertigine Parossistica Benigna), di altre patologie (es. ipotensione ortostatica, patologie vestibolari specifiche, patologie psichiatriche). Esistono però casi in cui le sensazioni vertiginose possono far parte dell’attacco emicranico: come un fenomeno di aura, in particolare nella Emicrania di tipo basilare, ma anche come prodromo o fenomeno associato alla fase algica in attacchi di Emicrania senza aura. Sono state poi descritte sindromi in cui gli episodi vertiginosi si alternano a quelli emicranici in varie fasi della vita di un emicranico, descritti come “Equivalenti”: “Equivalenti Precoci” nell’infanzia e “Vertigine Epigona” della menopausa (vedi Pagnini P, et al. Acta Otorhinolaryngol Ital. 2003). Le proposte di inquadramento più recenti sono state portate avanti dal gruppo di Berlino (Dipartimento di Neurologia, Charité Campus Virchow Klinikum) che ha elaborato criteri specifici per la “Vertigine Emicranica” o “Vestibular Migraine” (vedi Neuhauser H, et al. Neurology 2001, Lempert T, et al. Ann N Y Acad Sci. 2009). Si tratterebbe di una forma particolarmente disabilitante e che potrebbe essere più comune di quanto comunemente ritenuto nella pratica clinica, con specifiche problematiche terapeutiche.

Le prime relazioni della giornata sono state incentrate su aspetti di fisiopatologia e di epidemiologia. In particolare il Prof Bussone di Milano ha discusso le più recenti acquisizioni sulla fisiopatologia dell’emicrania e sui criteri classificativi, il Prof Pagnini di Firenze ha illustrato le sue esperienze dell’epidemiologia e i criteri diagnostici della vertigine emicranica. È seguita una sessione volta a illustrare alcune sindromi specifiche (es. la Sindrome di Menière, la Vertigine Parossistica Benigna, le sindromi dell’infanzia) e ad enucleare le attuali conoscenze sul trattamento terapeutico della Vertigine Emicranica (Dott. D’Amico di Milano) e della Sindrome di Menière, (Prof Barbara di Roma).

La relazione del Dott. D’Amico ha chiarito che non esistono dati della letteratura definitivi sul trattamento farmacologico della Vertigine Emicranica, anche sono stati pubblicati alcuni studi in proposito. Da segnalare uno studio che sembra indicare un’efficacia da parte dei triptani (zolmitriptan) anche per il trattamento acuto dei sintomi vertiginosi (Neuhauser H, Radtke A, et al. Neurology 2003).  Per quanto riguarda la terapia di profilassi, esistono dati che suggeriscono l’efficacia di alcuni farmaci correntemente usati nella profilassi dell’emicrania anche sui sintomi vertiginosi (es. flunarizina, propranololo), anche se si tratta di studi retrospettivi che presentano molti bias metodologici. Recenti segnalazioni sembrano indicare un ruolo di alcuni antiepilettici in queste forme, in particolare del topiramato (Carmona S, et al. Ann N Y Acad Sci 2005; Gode Set al. Headache. 2010), seppure non esistano anche per questa classe studi controllati.

La Dott.ssa Radtke del gruppo di Berlino è stata invitata ad illustrare la proposta di classificazione della “Vestibular Migraine” (VM), sulla base di esperienze cliniche ed epidemiologiche del gruppo di ricerca tedesco di cui fa parte e che ha elaborato dei criteri diagnostici che saranno proposti agli esperti della Internatiional Headache Society per un eventuale inserimento di tale forma nella prossima revisione della classificazione internazionale (ICHD-III). Tali criteri prevedono una diagnosi “definita” di VM in caso di: presenza di sintomi vestibolari episodici ricorrenti almeno di moderata entità; anamnesi positiva per emicrania secondo i criteri IHS; presenza di almeno 1 sintomo emicranico durante almeno 2 attacchi vertiginosi (e cioè, cefalea pulsante, fotofobia, fonofobia, aura visiva o altri tipi di aura); esclusione di altre cause con appropriati esami.
È stata inoltre organizzata a conclusione una Tavola Rotonda, presieduta dal Prof. Pagnini e dal Prof Cortelli di Bologna, cui hanno partecipato i relatori, sia Neurologi che Otorinolaringoiatri, che ha evidenziato come ancora non esista un accordo sulla “Vertigine emicranica” e come siano necessari ulteriori studi ed incontri scientifici in cui l’argomento sia discusso in modo multidisciplinare, in modo da portare a criteri validati e a protocolli diagnostico-terapeutici condivisi.